Alla fine se n’è andato. Un calvario, anzi una dissolvenza piuttosto lunga ha accompagnato fuori scena il Ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi. Sono ormai diverse settimane che il suo posto è stato occupato dal sopravvenuto Giancarlo Galan, eppure solo ora, lasciata calare la polvere, mi vengono da spendere due parole. Non ho mai provato particolare simpatia per l’operato di Bondi, mi è capitato persino di punzecchiarlo su un piccolo vezzo, però in soldoni c’era sempre ben poco da dire su un ministro il cui peccato maggiore è stato l’evanescenza. Sovrintendenti e funzionari, direttori e consulenti, in tanti hanno spesso atteso, invano, un cenno, un qualunque cenno per capire come doversi muovere, da che parte dirigere la baracca, ma lui il più delle volte taceva. Forse non aveva risposte, forse non erano quelle che avrebbe voluto dare, di fatto la situazione era diventata presto insostenibile. Come ha raccontato Mattia Feltri su La Stampa, sebbene fosse benvoluto dai suoi sottoposti, Bondi non è mai riuscito a lavorare serenamente sulla poltrona dei Beni Culturali, e non è davvero ben chiaro perché l’avesse con insistenza cercata, e perché sia diventata, subito e solo, una fonte di crucci.
Un po’ spiace, dato che c’eravamo illusi sentendo a suo tempo dire che «il Ministro Bondi conferma ancora una volta la sua attenzione al libro e alla lettura in un momento storico in cui si avverte sempre più la necessità di fermarsi a riflettere per ritrovare le proprie radici». Così erano stati presentati “I giovedì di Santa Marta”, un ciclo di incontri settimanali dedicati ai libri che avevano luogo nell’omonima chiesa sconsacrata a due passi dalla sede del Ministero. L’iniziativa aveva preso il via il 5 febbraio 2009, grazie al lavoro di un comitato scientifico coordinato dal Ministro stesso e composto, tra gli altri, da Maurizio Costanzo, Angelo Crespi, Antonio De Benedetti, Alain Elkann, Maurizio Fallace, Giorgio Ficara, Raffaele Iannuzzi, Giorgio Montefoschi, Davide Rondoni, Maria Luisa Spaziani, Marina Valensise. Si prospettava, almeno formalmente, un gran dispendio di energie allo scopo di «offrire un panorama della recente produzione editoriale, su tematiche di particolare spessore intellettuale». E Sandro Bondi ci si mise di buzzo buono se, come accadde, presenziò quasi a tutti gli appuntamenti, dando prova di una costanza da un lato ammirevole, dall’altro sollecitatrice di cattivi pensieri, perché un Ministro per i Beni Culturali lo si immagina molto impegnato e in costante movimento sul territorio, mentre il nostro ogni giovedì, fatti quei venti passi, era lì a Santa Marta, a coordinare l’evento. Any given thursday.
Nel tempo si sono susseguite presentazioni molto diverse fra loro, una buona fetta ha riguardato prodotti ‘statali’, ovvero pubblicati dell’Istituto Poligrafico, fra i quali La politica delle arti di Giuseppe Bottai – non saprei dire se in chiave nostalgica per il MinCulPop –, l’Atlante del giardino italiano, Aquileia. Storia di una città, fino ad arrivare all’Indice degli autori dei manoscritti in scrittura latina della Biblioteca Angelica, che quanto a specificità dell’argomento si colloca senz’altro ai primi posti. A fronte di una dipendenza verso i libri stampati dallo Stato, e per una evidente volontà di par condicio, il comitato non ha fatto mancare appuntamenti legati in vario modo alla realtà ecclesiastica. La rassegna si è anzi aperta con Perché dobbiamo dirci cristiani di Marcello Pera, a cui ha fatto seguito la presentazione dell’enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI, testo dunque in latino, ideale in un’ottica di promozione della lettura. Ma il mondo religioso è stato presente a Santa Marta anche con uno dei volumi dell’opera Santuari d’Italia e con La Madonna in Michelangelo di Stefano De Fiores. Entrambi fungono da ponte ideale verso un ulteriore ambito che vanta una notevole presenza, quello della storia dell’arte, con presentazioni di libri dedicati al Futurismo, al Barocco in Abruzzo, e, concludendo, all’Italia delle meraviglie di Vittorio Sgarbi. Ci sono stati poi appuntamenti estemporanei piuttosto curiosi, come ad esempio il giovedì dedicato ad un numero della rivista «Accademie e Biblioteche d’Italia», periodico di carattere specialistico a cura del Ministero, oppure quello incentrato sul libro Chi manipola la tua mente? Vecchi e nuovi persuasori di Anna Oliviero Ferraris. Al di là della vicenda umana, stupisce anche la scelta di Miracolo a Milano, il racconto della lotta di Cesare Bramieri, figlio del più celebre Gino, «contro un male incurabile», scritto dalla moglie Lucia; più del valore letterario del libro, può aver inciso la firma di Roberto Formigoni in calce alla prefazione. Dulcis in fundo, anche se fuori rassegna, c’è stata la presentazione di Il sole in tasca dello stesso Bondi, una summa di conflitti di interesse e inopportunità: il Ministro presenta un proprio libro in una sede del Ministero, libro che è un azzardato elogio del Presidente del Consiglio, ed è ovviamente pubblicato dalla casa editrice di proprietà del Presidente. Più di così, ditemi voi.
Scegliere non è semplice e ogni scelta è opinabile, ma non era lecito aspettarsi qualcosa di più profondo e incisivo da una serie di eventi organizzati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali? La promozione del libro e della lettura può verosimilmente realizzarsi offrendo un palcoscenico così importante a questa tipologia di iniziative editoriali? Non ci voleva forse maggiore coraggio e, perché no, intelligenza per organizzare un calendario di giovedì che fosse davvero di stimolo al leggere e al dibattere, anziché apparire troppo spesso come una vetrina di convenienze? È giusto escludere quasi del tutto la narrativa da una rassegna dedicata al libro? Tramite siffatte proposte, chi può pensare di trasmettere il messaggio che leggere è utile, interessante e piacevole? Avete mai notato quanto una serie di domande retoriche suoni fastidiosa? Voltiamo allora pagina, senza rimpianti, sperando in un repentino cambio di marcia.
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