Siamo alle soglie di una rivoluzione. Benché il nostro modo di leggere sia andato progressivamente cambiando nel corso dell'ultimo decennio - in conseguenza dell'aumento esponenziale del tempo dedicato alla lettura on-line - vedo in questo scampolo di 2010 il momento chiave della trasformazione del libro. In fondo il precedente snodo di questa millenaria storia si può anch'esso individuare con precisione: l'anno in cui Johann Gutenberg perfezionò la stampa a caratteri mobili. Quel 1455 segna un passaggio affine a quello cui ora stiamo assistendo. Quanta resistenza, quanto disprezzo si registrò verso il libro a stampa, creato in tante copie, stampato su carta, impresso da un torchio e quindi privo del fascino dato dal tocco artigiano della mano umana. Non si osava neppure porlo a confronto con il manoscritto in pergamena, rubricato con i pié di mosca, abbellito di iniziali calligrafiche, con miniature che erano piccoli quadri... figuriamoci! Le voci, oggi, potrebbero essere le stesse; e la cosa fa pensare.
Il prossimo Natale sarà un banco di prova per l'e-book, anche se non come oggetto in sé. Le vere rivoluzioni infatti, almeno in ambito tecnologico, non sono tali finché non abbracciano un aspetto economico. Già dodici anni fa erano apparsi i primi apparecchi di lettura elettronica (in particolare il Rocket ebook della Sony), ma fu un'effimera bolla. Il tempo non era maturo, e soprattutto non vi si intravide il business (la differenza sta tutta lì). Ora lo scenario prospetta grandi guadagni, col risultato che si assiste alle prime battaglie commerciali. Tab Galaxy, Nook, Kindle, iPad, aggeggi concorrenti spuntano come funghi, alcuni sono puri lettori di e-book, altri sono strumenti più versatili. Con Kindle (il lettore di Amazon) si è divertito a giocare Hans Magnus Enzensberger, trovandoci qualche difetto, ma non potendo esimersi dal riconoscere in esso una notevole forza, appunto rivoluzionaria.
L'e-book è un libro, non dimentichiamolo; pur senza essere scritto a mano, sebbene non esca da una tipografia, è un libro. Il mercato si adegua, si trasforma, lo studia per coglierne le potenzialità nuove; nascono così le librerie dedicate (Edigita, Book Republic, Simplicissimus) molto simili alle normali librerie on-line, e si apre la caccia alle soluzioni innovative. Un caso peculiare può essere quello della versione digitale di Alice nel paese delle meraviglie realizzata da Atomic Antelope, dove il lato ludico diviene quasi preponderante. Ma cosa dovrebbe essere la lettura se non divertimento? Editoria e mondo dei videogiochi si toccano sempre più spesso, come ha di recente rilevato Marcus du Sautoy. Ma il pericolo maggiore è quello: giochicchiare. L'e-book possiede i mezzi per distrarci dalla lettura, mentre la lettura dovrebbe essere pura astrazione dal mondo. Siamo di fronte a un paradosso: lo strumento ostacola il raggiungimento del fine per cui è stato prodotto.
A favore del libro cartaceo ho sostenuto il valore della sua multimedialità interiore, la sua capacità di svanire fra le mani, di diventare immateriale mentre ci conduce in altri mondi, siamo sempre lì, affossati in quella vecchia poltrona, eppure siamo lontanissimi, più lontani di quanto ci possa spingere una radio o un televisore. Credo sia anche per questo che Umberto Eco non abbia avuto tentennamenti nell'affermare che non riusciremo a liberarci dai libri. Tuttavia mi rimane il dubbio se ciò basterà a frenare il nuovo che avanza. Ho l'impressione che persino i lettori, esseri fisicamente impigriti per mandato naturale, potrebbero presto abbandonare la loro vecchia poltrona. Sarebbe una gran rivoluzione.
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