L’aforisma ha uno spazio bianco e silenzioso che lo circonda. Sarà per questo che oggi viene involontario sentirlo lontano, abituati come siamo a inseguire jingle, ad assorbire anonimi e ininterrotti sottofondi musicali, a subire valanghe di parole senza controllo. L’aforisma invece bisognerebbe lasciarlo respirare, fargli largo attorno avendo la pazienza di rimanere fermi al nostro posto; tutte cose di cui sembriamo sempre più incapaci. Eppure l’aforisma è vivo e vegeto, non è relegato in una soffitta, assume anzi forme contemporanee davvero interessanti da esplorare. Una delle poche, e dunque preziose, fonti di indagine è il blog Aforistica/mente, un laboratorio di letture e scritture aforistiche nato ad inizio 2010 e curato con notevole competenza e passione. Se ne sono accorti persino in Serbia, assegnandogli il premio “Il cerchio d’oro” in occasione del recente Satira Fest svoltosi a Belgrado. L’artefice di tutto questo è Fabrizio Caramagna che, partendo dal gusto per il dettaglio, si è specializzato nello studio di come sia possibile delimitare (aphorizein in greco) il pensiero, al fine di ampliarne gli orizzonti. C’è una sua bella foto nella testata del blog, una «veduta del mondo da una finestra di ghiaccio»; l’immagine è esattamente quella di un orizzonte vastissimo ritagliato in modo che l’occhio lo indaghi più a fondo. Uno dei trucchi, per così dire, è il seguente: «all’interno di una serie di variabili prevedibili, l’aforisma cerca una variante altamente improbabile». Sollecitati dalla definizione, abbiamo chiesto a Fabrizio Caramagna di effettuare una selezione che sia specchio di alcuni dei differenti modi di intendere quel particolare genere di scrittura.
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L’aforisma – che nella sua etimologia tutto “delimita” – sfugge a qualsiasi tipo di delimitazione, nonostante nel corso dei secoli ogni aforista abbia cercato di dare una sua particolare definizione di aforisma. Ogni tentativo di classificare l’aforisma mancherà di pertinenza. In un modo o nell'altro, poiché nel genere aforistico si sovrappongono centinaia di forme brevi differenti. Ne cito soltanto alcune come il proverbio, l’aneddotto, il saggio breve, il frammento filosofico, la nota diaristica, la definizione, il motto di spirito, la battuta, la sentenza, il teorema, il ritratto, il paradosso, l’haiku, ma l’elenco sarebbe lunghissimo. Gli stessi aforisti non hanno la totale consapevolezza di scrivere aforismi, tanto che nel definire la propria opera al posto del termine aforisma usano sovente denominazioni secondarie come note, annotazioni, schegge, frammenti, voci, greguerias, massime, riflessioni, trucioli, intermezzi, frasi, pensieri sparsi, miscellanee, linee, bazzeccole, disjecta membra, asterischi, caratteri, frantumi, metaforismi… (anche qui l’elenco sarebbe interminabile). Ecco a titolo di esempio sei forme differenti di aforismi (per ogni forma ho selezionato tre aforismi). E' evidente che queste forme sono solo un punto di partenza e non di arrivo all'interno di un genere così proteiforme e caleidoscopico.
La massima, La Rochefoucauld
Tutti abbiamo forza sufficiente per sopportare i mali altrui.
Per quanto bene dicano di noi, non ci insegnano niente di nuovo.
I vecchi amano dare buoni consigli per consolarsi di non poter più dare cattivi esempi.
L’aforisma poetico, Alda Merini
Sono molto irrequieta quando mi legano allo spazio.
Non cercare di prendere i poeti perché vi scapperanno tra le dita.
Ci sono adolescenze che si innescano a novant’anni.
La gregueria, Gomez De la Serna
Chitarra: donna con quattro fianchi.
Tuono: un baule rotola giù dalle scale del cielo.
Russare è sorbire rumorosamente la minestra dei sogni.
Le voci di Antonio Porchia (l’aforisma taoista)
Chi ha visto svuotarsi tutto, quasi sa di che cosa si riempie tutto.
Mi si apre una porta, entro e mi imbatto in cento porte chiuse.
Quando morirò, non mi vedrò morire, per la prima volta.
L’aforisma di guerra, gli aforisti serbi
Ha ricevuto una pallottola in fronte. Così iniziò la fuga dei cervelli (Milan Bestic).
Il nostro piano di pace è un segreto militare (Aleksandar Baljak).
C'è una luce in fondo al tunnel: sono le nostre case in fiamme (Aleksandar Cotric).
I pensieri spettinati, Stanislaw Lec
Aveva la coscienza pulita. Mai usata.
L'ottimismo e il pessimismo si distinguono solo per la data della fine del mondo.
Non raccontate i vostri sogni! Chi sa mai che i freudiani non prendano il potere!
Foto: Ghiaccio e finestre © Claudia Perilli
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