Un giorno quel buontempone di Magritte dipinse una pipa e ci scrisse sotto «ceci n'est pas une pipe». Parafrasando Magritte, per l'immagine qui a fianco potremmo pensare alla seguente didascalia: «questo non è Vico». Il gioco sarebbe lo stesso, perché tutti sanno che in realtà questo è proprio il volto di Vico. O no?
Penso sia capitato a tutti, talvolta, di inseguire la curiosità per le fattezze di un autore celebre, di aver voglia di spulciare una sorta di facebook letterario chiedendosi che sguardo potesse avere quell'orso di Jerome David Salinger, oppure se Ludovico Ariosto avesse lo stesso cipiglio furioso del suo Orlando. In casi del genere un accesso a internet offre soluzioni rapide ed efficaci: basta immettere la chiave in Google, in Bing o dove altro vi piace, magari selezionando solo le immagini, e il gioco è fatto. Purtroppo però la forza di propagazione della rete è neutra, nel senso che agisce ugualmente in tutte le direzioni, sia 'positive' sia 'negative', e nel nostro caso a farne le spese è stato proprio il più famoso filosofo napoletano.
Una recente pubblicazione ha messo in evidenza come per lungo tempo il ritratto che con maggior frequenza i motori di ricerca rendevano (e ancora oggi in parte rendono) dopo aver digitato "Giovambattista Vico", corrisponde a quello di un signore tanto barbuto quanto sconosciuto, lo stesso che potete vedere qui sopra. Un'evidente prima errata attribuzione ha generato a cascata infiniti utilizzi a cui non sono sfuggiti siti istituzionali (Televideo Rai) e case editrici, quale la Ícone di San Paolo del Brasile, che ha addirittura scelto l'immagine per la copertina di una nuova edizione della Scienza Nuova. Nella versione inglese di Wikipedia l'iconografia errata ha prevalso sulle altre per oltre quattro anni, prima d'essere rimossa venendo finalmente incontro a diverse segnalazioni.
Leonardo Pica Cimarra, a cui si deve tale curioso reportage, evidenzia giustamente come in rete «la capacità di disseminazione dell'errore è colossale» (p. 62), tuttavia la stessa forza - come dicevo - ha il movimento opposto: l'emendazione di un errore può farsi strada a fondo e rapidamente attraverso la rete. Vero è che non sempre così accade, ma in media la resa rimane senz'altro imparagonabile rispetto ai media tradizionali. Dunque niente allarmismi, giusto un po' di accortezza, quella tipica dei lettori esigenti. Ah, la faccia di Vico, quella vera, la trovate qui.
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