Dai tempi della Napoli-Portici, il treno è uno dei luoghi prediletti del lettore. Viaggiare su rotaia e sfogliare le pagine mentre i paesaggi si susseguono oltre il vetro, è un piacere difficile da non apprezzare. Per tale ragione non posso esimermi dall'esprimere un giudizio sul neonato fiore all'occhiello fra i mezzi ferroviari italici, la Frecciarossa. Scrivo in questo momento poggiandomi su uno dei suoi tavolini ripiegabili, nonché sfruttando la provvidenziale presa di alimentazione (le batterie durano sempre meno di quanto si vorrebbe o ci promettono). Il treno ha un giusto grado di ballonzolamento, niente di tragico, e la pressione nelle orecchie non è eccessiva, si può leggere senza rischi di mal di viaggio. Per la verità la differenza rispetto all'Eurostar è appena evidente, forse una fermata in meno, forse un biglietto un po' più caro, forse un quarto d'ora risparmiato, le carrozze mi sembrano le stesse. Insomma nessun salto di qualità utile a giustificare tutte queste righe. Se non fosse che rilevo una novità nei messaggi, in genere diffusi ad un volume quasi molesto, che annunciano l'apertura del bar o il pranzo servito nella carrozza ristorante. Non mi era infatti mai capitato di dover ascoltare un messaggio dedicato ai soli viaggiatori di prima classe, nel quale si elencano le delizie (una per una!) che quei pochi fortunati stanno per godere: biscotti, salatini, giornali, tè, caffè, spumante (con tanto di marca)..., tutto ovviamente compreso nel prezzo. Io fisso il mio tramezzino incartato comprato in stazione e mi chiedo perché la mia lettura debba essere interrotta da una voce che mi lusinga con prelibatezze a me negate. Stanno provando a farmi gola? I due inglesi vicino a me, visto che il messaggio è poi ripetuto anche nella loro lingua (nessuno sia escluso!), ridacchiano fra loro commentando qualcosa sulla suddivisione in classi. A me torna in mente quello che cantava De Gregori: «a noi cafoni ci hanno sempre chiamati...».
Post scriptum: la responsabilità diretta dell'annuncio potrebbe essere in realtà non di Trenitalia, ma di Chef Express, la società che gestisce bar e ristoranti nelle carrozze e che fa parte di Cremonini, un gruppo industriale per il quale la cafonaggine potrebbe essere solo uno - e neppure il peggiore - dei difetti. [27 giugno '09]
Foto: Freccia Rossa rel. 2 - from Milano Central Station © Clodhead
Post scriptum: la responsabilità diretta dell'annuncio potrebbe essere in realtà non di Trenitalia, ma di Chef Express, la società che gestisce bar e ristoranti nelle carrozze e che fa parte di Cremonini, un gruppo industriale per il quale la cafonaggine potrebbe essere solo uno - e neppure il peggiore - dei difetti. [27 giugno '09]
Foto: Freccia Rossa rel. 2 - from Milano Central Station © Clodhead