lunedì 26 gennaio 2009

Uomini d'altri tempi

I grandi personaggi, quelli che segnano il passo della storia, dell’arte, delle scienze, sono in fondo persone comuni? A volte mi viene da pensare di sì, che a vederli da vicino non abbiano molto di particolare. Poi leggo certe storie e cambio idea. Non si può fare altrimenti scoprendo la leggerezza con cui quegli uomini sanno sopportare il mondo, farsene carico senza affondare. L’intellettuale José Ortega y Gasset – costretto ad anni di esilio – racconta con un mezzo sorriso l’episodio del signore sull’autobus a Madrid, durante la dittatura, che legge della morte di un tale “Francisco Franco y Pelo” e commenta: «Peccato, per un pelo...» (p. 24). Mi chiedo dove sono ora questi grandi, e se esistano ancora luoghi dove essi si incontrano, luoghi che a quel punto divengono mitici e irreali per l’aria che vi si respira. I nomi sono molti (politici, scrittori, musicisti) e Vittore Branca li chiama a raccolta, con lo sfondo dell’isola di San Giorgio, a Venezia, e la Fondazione Cini (ecco uno di quei luoghi, e viene in mente anche l’Olivetti di Ivrea ai tempi di Adriano). Sono ritratti abbozzati, quadri a volte scentrati, ma sempre fulminanti, pure nella complessità di alcuni. Sono storie che bisognerebbe tenersi care, per sollevarsi dalle miserie che ci invischiano: «[Paul Oskar Kristeller] ci mostrava pugnacemente che per rinnovare idee e linee storiografiche era necessario anzitutto vedere nuovi testi, liberare ancora uomini e idee dalle carceri dov’erano stati nuovamente sepolti dall’incuria degli uomini di cultura» (p. 140). Una bella galleria di istantanee, un’amara nostalgia per uomini già d’altri tempi.
Vittore Branca, Protagonisti nel Novecento, Torino, Aragno, 2004, pp. VI+442.
Le mie chiocciole: @@@
Da regalare: all’intellettuale che crede sia cosa buona isolarsi dal mondo


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