Una volta hanno intervistato un gatto che aveva trascorso l’intera vita disteso nella sua cesta a fissare un comò e un vaso di begonie (finte). Gli chiesero quante cose avesse visto nel corso della sua lunga esistenza e lui rispose: «Due, un comò e un vaso di begonie»; gli chiesero allora cosa pensasse di quel comò e di quel vaso, e lui rispose: «Sono senz’altro quanto di più bello vi sia al mondo».
Ecco, noi siamo quello che vediamo, il nostro mondo è quello che ci mettiamo davanti agli occhi: più stretta sarà la visuale, più stretto il mondo. Converrebbe imparare presto a guardare oltre, senza accontentarsi di fissare inebetiti il piatto che giorno dopo giorno arriva sotto il nostro naso. Insegnarlo ai bambini è facile, sono spugne, non aspettano altro che qualcosa da assorbire, e sarebbe un vero peccato propinare loro sempre la stessa minestra, restringendo le prospettive nel momento in cui dovrebbero invece aprirsi. E tutto ciò, badate bene, vale anche per la lettura, perché persino i più accaniti lettori hanno iniziato “guardando le figure”.
Per i lettori in erba è importante cercare stimoli nuovi e inconsueti, poiché l’occhio e il gusto si educano fin dai primi passi. Sia chiaro: non è mia intenzione fare crociate contro la Disney o le Winx, vorrei semplicemente far presente che il mondo è anche altro, e spesso i bambini lo sanno più e meglio di tanti adulti. Dunque, venendo al nostro Sendak, non crediate che ci sia da spaventarsi dei mostri selvaggi, neppure se roteano tremendamente gli occhi. I bambini adoreranno il modo in cui Max saprà domarli e si chiederanno perché la loro stanza da letto non è ancora invasa dalle fronde. Quei disegni inconsueti a tutta pagina, coi tratti fitti di china, colori a tratti quasi cupi, sapranno conquistarli più di quanto vi aspetterete e toccherà pure a voi lanciarvi in una ridda selvaggia. Se qualcuno poi si stancherà, vi sarà sempre modo di tornare a casa e ritrovare il solito piatto che, sorpresa, sarà ancora caldo.
Le mie chiocciole: @@@@
Da regalare: al nipotino con l’animo dell’esploratore
Ecco, noi siamo quello che vediamo, il nostro mondo è quello che ci mettiamo davanti agli occhi: più stretta sarà la visuale, più stretto il mondo. Converrebbe imparare presto a guardare oltre, senza accontentarsi di fissare inebetiti il piatto che giorno dopo giorno arriva sotto il nostro naso. Insegnarlo ai bambini è facile, sono spugne, non aspettano altro che qualcosa da assorbire, e sarebbe un vero peccato propinare loro sempre la stessa minestra, restringendo le prospettive nel momento in cui dovrebbero invece aprirsi. E tutto ciò, badate bene, vale anche per la lettura, perché persino i più accaniti lettori hanno iniziato “guardando le figure”.
Per i lettori in erba è importante cercare stimoli nuovi e inconsueti, poiché l’occhio e il gusto si educano fin dai primi passi. Sia chiaro: non è mia intenzione fare crociate contro la Disney o le Winx, vorrei semplicemente far presente che il mondo è anche altro, e spesso i bambini lo sanno più e meglio di tanti adulti. Dunque, venendo al nostro Sendak, non crediate che ci sia da spaventarsi dei mostri selvaggi, neppure se roteano tremendamente gli occhi. I bambini adoreranno il modo in cui Max saprà domarli e si chiederanno perché la loro stanza da letto non è ancora invasa dalle fronde. Quei disegni inconsueti a tutta pagina, coi tratti fitti di china, colori a tratti quasi cupi, sapranno conquistarli più di quanto vi aspetterete e toccherà pure a voi lanciarvi in una ridda selvaggia. Se qualcuno poi si stancherà, vi sarà sempre modo di tornare a casa e ritrovare il solito piatto che, sorpresa, sarà ancora caldo.
Maurice Sendak, Nel paese dei mostri selvaggi, Milano, Babalibri, pp. 40.
Le mie chiocciole: @@@@
Da regalare: al nipotino con l’animo dell’esploratore
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