Scusate, ma evidentemente qualcosa mi sfugge. Devono aver trafugato il diario segreto di quel ragazzo delle medie che si racconta in Tapparelle; ne hanno estratto le parti migliori (?), le hanno ben impaginate, corredate di disegni curiosi e mandate in stampa. Tutto qui? Direi di sì. L’esito finale è una sorta di delirio artisticamente molto debole, abbastanza ripetitivo, sostanzialmente insensato. Forse il demenziale basta a sé stesso, ma in genere – per quanto mi è capitato di vedere – anche il demenziale ad un certo punto reca un messaggio, tradisce un pensiero nascosto fra le righe. Qui non ho trovato nulla. Allora, cui prodest?
Nei college americani se uno è bravo, ad esempio, a giocare a baseball, gli abbuonano le altre materie. La pratica può non essere condivisa, ma presenta un suo perché. Invece non trovo un perché in un buon gruppo musicale che si mette a pubblicare libri sostenendo, per scherzo, che il baseball è il più bel gioco del mondo.
Il vizio dilaga: se sfondi in un ambito, per forza devi essere bravo a fare qualsiasi cosa. Perché, di grazia? Non se ne può più di dj che fanno i doppiatori, di presentatori che fanno gli attori, di veline che presentano e avanti con tutto il baraccone. Soprattutto un po’ mi stupisce che siano caduti in tentazione Elio e compagni, ma non li biasimo; se mi invitassero a partecipare alle olimpiadi come saltatore con l’asta ci andrei senz’altro, nonostante l’ovvia pessima prestazione che offrirei. Il problema perciò è un altro: chi ha dato loro l’occasione di scrivere questo libro?
In chiusura mi fermo sul sottotitolo, che così recita: Il Nuovissimo Metodo per entrare alla grande nel mondo dei grandi. Il mistero si infittisce, non capisco dove sia il metodo. Forse l’unico insegnamento è che il mondo dei grandi è insensato, ma venti poesie su animali spiaccicati non mi pare il miglior modo per trasmetterlo.
Elio e le storie tese, Animali spiaccicati, Torino, Einaudi, 2004, pp. 252.
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